Solitamente prima di accostarmi a un libro di poesie celebro un vero e proprio rituale fatto di silenzio e penombra. Così anche stavolta, con le pagine di Stefania Onidi ad attendere di essere percorse.

Riemergendo dal buio muto ho mosso i passi tra i versi di questa giovane scalpellina della parola.

Ed è stato un vero e proprio pellegrinaggio del cuore attraverso le sue poesie, un viaggio di onde d’inchiostro mosse da un vento acceso e  capace di lambire o abbattere, sfogliare o spogliare.

La poesia di Stefania è reale e leale, sa squartare gli occhi che le si posano addosso e dopo un verso sa curarne i graffi con la stessa sottile pazienza di chi ripara la zattera prima di sfidare l’oceano.E’ una poesia che semina parole nelle orecchie del cuore ma esige di essere accolta prima che ascoltata; perché a scrivere le pagine di “Qui Altrove e Oltre” è una mano che conosce bene luci , colori e dissolvenze e sa amalgamarli tra silenzio e suono. Dalle “parole lise e doppiate” fino al “tesoro inestimabile del non detto, sulla bocca di tutti e tra le mani di nessuno”.

E si fa dono per le mani, pioggia sul viso, carne nel sogno, “ferocia d’amore”.

Tra le dita questo libro diventa un ventaglio che regala aliti nuovi ad ogni gesto della mano. E non occorre sforzo per accorgersi di quanto ogni singola opera appaia fecondata dalla passione, partorita dalla sensibilità e allevata dalla folle saggezza che appartiene ai poeti; come se ogni componimento prendesse vita e piovesse di musica e colori. Sì, perché i fogli su cui l’Autrice srotola i pensieri sono pentagrammi e l’inchiostro - trasfigurato in pennellate di emozione - dà l’impressione di percorrere una galleria di poesia dipinta, rivelando così l’altra grande passione di chi l’ha scritta.

La poesia di Stefania Onidi è una donna che si scioglie i capelli in riva al mare: vera come fosse QUI, lieve come fosse ALTROVE, immensa come fosse OLTRE.