SALLY CANGIANO
 
La musica fa parte della vita dell'uomo fin dalla notte dei tempi. Per alcuni è una maniera per rilassarsi, per altri è una compagna durante il lavoro, per altri ancora è lavoro stesso. Oggi voglio condividere con voi la passione di un uomo che ha fatto della musica l'essenza della propria vita. Solitamente non parlo di artisti senza averli prima incontrati di persona ma questa è una piacevole eccezione: innanzitutto perché ho imparato a conoscere Sally Cangiano attraverso la sua musica sparsa in rete e poi perché presto avrò l'onore e il piacere di intervistarlo face to face.
Basta poco per comprendere che questo capellone dalle falangi d'oro ha scelto di fare musica quando forse la musica aveva già scelto lui come ambasciatore.
Ascoltare quello che Sally partorisce dalla sua chitarra è come percorrere un viaggio che ti porta ogni volta in un posto diverso; e mentre ti addentri tra fraseggi e salti di corda ti rendi conto che un vero artista ha bisogno di essere conosciuto ma ancora di più ha la necessità di saper farsi riconoscere dallo stile. Cangiano è proprio questo: l'artista che si rivela con un marchio di fabbrica che è una garanzia per le orecchie. Lo vedi suonare e ti sembra di avere di fronte un paio di mani fuse tra manico e cassa armonica, la soddisfazione perfetta dell'urgenza di "parlare suonando".
E quando un grande talento si abbina alla semplicità, all'affabilità, alla consapevolezza delle proprie capacità che sa resistere allo snobismo allora hai di fronte non solo un ottimo chitarrista ma un vero e proprio comunicatore. Perché questo è il musicista campano di cui parliamo: un comunicatore che sa utilizzare le note per farsi comprendere ma che riesce a catalizzare l'ascolto anche quando fonde la sua calda vocalità allo strumento.
Il jazz è ingiustamente considerato un genere "di nicchia"; forse è solo un universo poco conosciuto, poco appetibile dal punto di vista commerciale. Eppure Sally riesce a renderlo fruibile con il suo stile e la capacità di abbinarlo spesso ad un repertorio preso in prestito da altre sonorità. 
Tutto con grande versatilità, con una dose di virtuosismi sempre equilibrata. La voce prepara il terreno agli assoli e tutto si fonde in una miscela sapiente.
Cangiano ama definirsi un "chitarrista di montagna" ma è soprattutto un grande esempio di tecnica e improvvisazione, di cuore e pentagramma. E la sua musica non va sentita bensì ascoltata. Prima di usare un suo cd in auto sarebbe bene gustarselo su una poltrona comoda, al buio, senza pensieri. E si viaggia...
 
Sergio Marchetta